Ogni settembre, in una delle cornici più suggestive della Sicilia, prende vita uno degli eventi gastronomici più attesi a livello internazionale: lo Sherbeth Festival, la festa del gelato artigianale che trasforma il gusto in cultura, la tradizione in esperienza sensoriale, la materia prima in racconto. Qui il gelato non è solo un prodotto alimentare, ma un linguaggio capace di unire mondi lontani, di raccontare territori, di evocare memorie.
Lo Sherbeth Festival è molto più di una sagra o di un mercato gourmet: è un crocevia di saperi e sapori, un atlante commestibile che ogni anno attira migliaia di appassionati, turisti, professionisti e curiosi. Al centro c’è lui, il gelato artigianale, declinato nelle sue forme più autentiche e creative, grazie alla presenza dei migliori maestri gelatieri del mondo. Ma c’è anche la Sicilia, con la sua accoglienza millenaria, le sue architetture solari, il suo profondo legame tra cibo e identità. È questo incontro a rendere unica ogni edizione dello Sherbeth Festival.
Origini e spirito del festival
Lo Sherbeth Festival nasce nel 2007 da un’idea semplice e ambiziosa: restituire dignità culturale al gelato artigianale, riconoscendone il valore gastronomico e antropologico. Il nome, “Sherbeth”, affonda le radici nella lingua araba e rimanda alle origini stesse del gelato, che nella Sicilia medievale era prodotto con neve dell’Etna, aromi naturali e zucchero di canna. È un termine che richiama l’Oriente, ma anche la storia della Sicilia come luogo di incontro tra civiltà. Da qui parte un progetto che è cresciuto anno dopo anno, diventando il primo festival internazionale interamente dedicato al gelato artigianale.
Le prime edizioni si svolgono in diversi luoghi della Sicilia, tra Cefalù e Palermo, fino ad arrivare, nelle edizioni più recenti, a Catania e Palermo, città che hanno saputo interpretare al meglio la vocazione multiculturale dell’evento. Nel tempo, lo Sherbeth Festival si è affermato come un punto di riferimento mondiale, non solo per la qualità delle produzioni ma per la capacità di unire intrattenimento, formazione, turismo e ricerca gastronomica.
Il cuore dello Sherbeth Festival: gelatieri da tutto il mondo
Ciò che rende davvero straordinario lo Sherbeth Festival è la sua comunità di protagonisti. Ogni anno, oltre 40 maestri gelatieri provenienti da diversi continenti vengono selezionati per partecipare all’evento, portando con sé non solo la propria tecnica, ma il proprio racconto. Ogni gelato è una storia: di un territorio, di un ingrediente, di un ricordo, di una tradizione familiare o di un’innovazione coraggiosa. Si incontrano così gusti della montagna austriaca con spezie orientali, agrumi siciliani con frutta sudamericana, latte di capra con pistacchio di Bronte, carote viola con tè verde, cioccolato del Madagascar con sale di Trapani.
Durante i giorni del festival, i visitatori possono passeggiare tra i banchi allestiti lungo le strade e le piazze della città ospitante, assaggiare decine di gusti, dialogare direttamente con i gelatieri, assistere a showcooking, laboratori sensoriali, conferenze, talk sulla filiera agroalimentare. Ma il vero valore aggiunto dello Sherbeth Festival è il confronto che avviene tra professionisti: tecniche di mantecatura, temperature, equilibrio degli zuccheri, rapporto tra dolce e acidità, selezione delle materie prime… tutto viene discusso, scambiato, analizzato. La qualità è altissima, ma sempre con spirito di condivisione.
Lo scenario: una Sicilia che si racconta
Ogni edizione dello Sherbeth Festival è anche un modo per riscoprire il volto più accogliente e colto della Sicilia. Le città che hanno ospitato l’evento — tra cui Palermo, Cefalù, Catania — hanno messo a disposizione i loro centri storici, i palazzi nobiliari, le piazze e i cortili, trasformandosi in veri e propri “villaggi del gelato”. Il paesaggio urbano diventa parte integrante dell’esperienza, tra barocco, liberty, architetture arabe e normanne. Il profumo delle cialde si mescola al rumore dei passi sui basolati antichi, mentre gruppi musicali, artisti di strada e installazioni d’arte contemporanea animano le serate del festival.
Chi visita lo Sherbeth non consuma soltanto gelato: esplora i mercati storici, scopre le pasticcerie tradizionali, visita musei, partecipa a itinerari tematici. Il turismo che ruota attorno allo Sherbeth Festival è attento, colto, desideroso di scoprire l’isola nella sua dimensione più profonda e non stereotipata. E la Sicilia, da parte sua, si offre con generosità: nelle ricette antiche, nei sorrisi degli artigiani, nella bellezza discreta dei suoi spazi urbani.
Edizioni recenti: innovazione, sostenibilità e nuovi linguaggi
L’edizione 2023 dello Sherbeth Festival, tenutasi a Palermo, ha segnato un punto di svolta importante. Dopo le difficoltà legate alla pandemia, il festival è tornato con una nuova energia, puntando su alcuni temi fondamentali: sostenibilità, filiera corta, formazione professionale e valorizzazione dei prodotti DOP e IGP. Tra i gusti più apprezzati vi sono stati quelli a base di agrumi antichi siciliani, mandorla pizzuta d’Avola, ricotta di pecora dei Monti Iblei, ma anche proposte vegane, senza glutine, e realizzate con ingredienti rari o salvati dall’estinzione.
Grande successo ha riscosso il Premio Procopio de’ Coltelli, assegnato al gelatiere che meglio incarna lo spirito del festival: equilibrio tra qualità artigianale, innovazione e capacità narrativa. La giuria, composta da giornalisti enogastronomici, tecnologi alimentari, chef e storici della cucina, ha valorizzato anche le piccole gelaterie di provincia, premiando la coerenza dei progetti e la scelta etica degli ingredienti.
L’edizione 2024, prevista ancora una volta a Palermo, ha visto un ulteriore passo avanti nella progettualità: l’introduzione di una Sherbeth Academy, con corsi e seminari per giovani gelatieri, l’ampliamento degli spazi dedicati ai produttori siciliani (formaggi, mieli, frutta secca, agrumi), e un focus sul tema dell’acqua come risorsa e ingrediente fondamentale. Si è parlato anche di clima, cambiamenti nelle coltivazioni, impatto ambientale dell’industria dolciaria: il festival ha dimostrato così la propria capacità di essere attuale, di affrontare questioni globali con la leggerezza apparente del gelato.
Un linguaggio universale che unisce
Il Sherbeth Festival ha il raro merito di riuscire a mettere insieme il piacere puro del gusto con contenuti culturali profondi. Ogni gelato racconta un pezzo di mondo, e nell’incontro tra palato e pensiero nasce una forma di consapevolezza. Perché scegliere un gelato, chiedere all’artigiano come è stato fatto, scoprire che l’ingrediente proviene da una piccola azienda agricola o da una cooperativa sociale, è un modo per costruire relazioni. Il cibo, qui, è veicolo di empatia, di scambio, di possibilità.
Non è un caso che molti visitatori dello Sherbeth Festival tornino ogni anno, costruendo con l’evento un rapporto personale, quasi affettivo. Anche per i gelatieri, partecipare significa entrare in una rete che valorizza la qualità, il racconto, la passione. Si formano alleanze, nascono idee, si costruiscono ponti. È questo, forse, il significato più profondo della parola Sherbeth: qualcosa che rinfresca, ma anche che connette.
Consigli per chi vuole vivere il festival in modo autentico
Chi intende visitare lo Sherbeth Festival non deve solo “andare a mangiare il gelato”. Il consiglio è quello di immergersi nella città che ospita l’evento, dedicare tempo alla scoperta del contesto, lasciarsi guidare dall’istinto, parlare con i gelatieri, frequentare i laboratori, assistere alle conferenze, leggere le etichette. Il festival non è un parco a tema, ma un’esperienza di cultura alimentare.
È utile pianificare in anticipo: le giornate clou sono nel fine settimana, quando le degustazioni raggiungono il picco di partecipazione. Munirsi di un pass degustazione consente di accedere a una selezione di gusti, e partecipare agli eventi collaterali. Spesso vengono proposte anche passeggiate urbane, itinerari tematici legati alla storia del gelato o alla cucina siciliana.
Vestirsi comodi, portare acqua (soprattutto nelle giornate più calde), e magari un taccuino per prendere appunti o annotare il nome di un gelatiere che ha colpito particolarmente, sono accorgimenti semplici ma utili. Per chi ama la fotografia, le piazze del festival offrono scorci unici: cucchiai che affondano in creme colorate, volti concentrati, sorrisi che si aprono alla scoperta.
Lo Sherbeth Festival è uno di quegli eventi che riescono a coniugare con naturalezza il piacere e il sapere. Non celebra il gelato come un semplice dessert, ma lo restituisce alla sua dimensione originaria: quella di prodotto culturale, di memoria condivisa, di simbolo di ospitalità.
Chi partecipa porta a casa molto più di un buon sapore. Porta con sé la consapevolezza che il cibo può essere veicolo di conoscenza, che la qualità è una scelta, che la tradizione non è mai statica ma in continua evoluzione. E che la Sicilia, con la sua storia millenaria e la sua capacità di accogliere il mondo, è il luogo perfetto per raccontarlo.