In una Palermo che alterna barocco e gotico, cupole arabe e palazzi normanni, Villa Whitaker – meglio conosciuta come Villa Malfitano – rappresenta un angolo di fine Ottocento sospeso nel verde, tra suggestioni esotiche e raffinatezze liberty. Un luogo che parla di un’epoca in cui Palermo era crocevia di culture, capitale di un’eleganza internazionale, teatro di incontri tra scienza, arte e imprenditoria. Sorta ai margini dell’antica Piana dei Colli, alle pendici di Monte Pellegrino e non lontano dal Parco della Favorita, la villa è oggi un raro esempio di dimora privata aperta alla fruizione pubblica, conservata con cura e discrezione.
La costruzione fu voluta da Joseph Whitaker, rampollo di una delle più influenti famiglie anglo-palermitane del XIX secolo. I Whitaker erano imprenditori di origini britanniche, stabilitisi in Sicilia per il commercio del marsala e successivamente divenuti protagonisti della scena economica e culturale dell’isola. Joseph, uomo di cultura, appassionato ornitologo e viaggiatore instancabile, desiderava per sé e per la moglie Tina Scalia una residenza che fosse all’altezza della mondanità europea e al contempo uno scrigno per le meraviglie raccolte nei suoi viaggi.
Villa Malfitano fu completata nel 1886, affidata all’architetto Ignazio Greco, che concepì un edificio in stile neorinascimentale ma capace di ospitare interni ispirati al gusto internazionale del tempo. A colpire oggi, oltre alla sobria eleganza della facciata, è soprattutto l’apparato decorativo degli ambienti interni: soffitti affrescati, stucchi, boiserie, specchiere e tappezzerie che rievocano i fasti della Belle Époque. La sala da pranzo, con le sue pareti rivestite in cuoio e le vetrate istoriate, è un omaggio alla raffinatezza inglese, mentre il salone centrale testimonia il gusto eclettico del collezionista, che ospitava qui ricevimenti e conversazioni con intellettuali e dignitari provenienti da tutta Europa.
Ma il vero cuore della villa è il giardino. Esteso per circa sette ettari, fu progettato come un parco all’inglese, con sentieri sinuosi, fontane, pergolati e una collezione botanica di oltre 250 specie esotiche provenienti dai cinque continenti. Joseph Whitaker, con spirito scientifico, curava personalmente l’introduzione di piante rare, alcune delle quali ancora oggi sopravvivono, come i monumentali ficus magnolioides, le palme del Madagascar e i bambù giganti. Il parco non è solo un insieme di piante: è un ecosistema ordinato e affascinante, attraversato da profumi e da una luce che filtra tra le fronde come in un giardino da romanzo ottocentesco.
Villa Whitaker ha vissuto, negli anni, il declino e la rinascita. Dopo la morte dei coniugi, la proprietà passò alla Fondazione Whitaker, che ancora oggi gestisce la villa e ne tutela l’eredità culturale. È possibile visitare gli interni solo in giorni e orari stabiliti, spesso in occasione di mostre, concerti o eventi culturali, ma il giardino è accessibile anche in forma autonoma, ed è una meta amata da scolaresche, fotografi, studiosi e semplici visitatori alla ricerca di pace.
Oltre alla bellezza architettonica, Villa Malfitano è anche un centro di memoria. Vi sono conservati oggetti preziosi, mobili d’epoca, volumi rari, ma anche testimonianze della passione ornitologica di Joseph, che lo condusse fino alle sabbie della Tunisia e alle isole di Marettimo e Pantelleria. Le sue raccolte sono oggi parte del patrimonio scientifico siciliano, visibili anche presso il Museo di Zoologia dell’Università di Palermo.
Per raggiungere Villa Whitaker basta percorrere via Dante o via Libertà fino a via Dante 167, dove si apre il viale alberato che introduce alla tenuta. Il luogo è facilmente raggiungibile anche con i mezzi pubblici. Visitare Villa Malfitano significa accostarsi a un pezzo di storia non ufficiale, quella che non si trova nei libri scolastici ma si respira tra i corridoi, tra le porcellane, sotto le fronde degli alberi secolari. È un invito alla lentezza, alla contemplazione e alla scoperta di una Palermo che fu cosmopolita, gentile, capace di ospitare il mondo e farlo suo.